È ora che ve lo dica: se già prima i cinesi non mi stavano simpatici, ora sono riusciti a guadagnarsi qualche motivo in più per starmi definitivamente sulle palle.
Trovo inutile girarci troppo attorno, sappiate che per quel che mi riguarda li considero responsabili della pandemia che attualmente sta flagellando il pianeta, e non mi curo delle pacate opinioni che dilagano in tutti i canali più o meno istituzionali, messaggi che evitano di puntare con fermezza il dito contro il possibile socio di maggioranza dell’economia mondiale, nell’ottica ruffiana che suggerisce di tenerselo buono perché non si sa mai…
Per mia fortuna sono qui a sputare veleno e non in ospedale a sputare la vita, almeno per il momento, e nemmeno ho avuto lutti in famiglia, però i milioni di persone che si sono “ufficialmente” ammalate (e in effetti, a mia insaputa, potrei esserlo anch’io) non possono dire altrettanto.
Qualora non bastassero i disagi della malattia e il dolore dei lutti, va aggiunto l’incalcolabile danno economico che è derivato dalla forzata interruzione delle nostre attività produttive e commerciali.
Uno dei settori che ne ha risentito di più e che con maggior difficoltà potrà risollevarsi è quello del turismo. Come esplorare il mondo con serenità se dappertutto dovremo sottostare a regole che ci sottraggono il piacere del viaggio? Come cercare di entrare in sintonia con un luogo, un’atmosfera, una cultura, se predominerà il sospetto e la paura della peste cinese?
Non possedendo io risorse per favolosi viaggi in terre esotiche, mi sono sempre accontentato di visitare il Vecchio Continente, e posso dire che qualcosa ho pur visto, arrangiandomi con i mezzi che avevo a disposizione, ovvero preferendo lo spostamento con mezzi “popolari” e l’alloggio in sistemazioni con poche o nessuna stella da vantare.
Certo, è comodo entrare in un’agenzia turistica, sfogliare un catalogo affascinante, carta patinata e fotografie altrettanto, avere la certezza di un viaggio confortevole, assicurato, e un ricco programma che comprende il meglio del meglio di quello che c’è da vedere. Come negarlo?
Ben altra faccenda studiare il percorso, organizzare i tempi, trovare e prenotare i biglietti più convenienti, cercare un alloggio suggestivo che non sfori il budget, programmare le visite, e poi un eventuale piano B, e anche un piano C, perché l’imprevisto regna sovrano, la composizione di un puzzle con decine di tessere che devono incastrarsi, e sempre qualcuna va persa…
Questa attività mi ha permesso di accumulare una certa pratica, e ho sviluppato quel tanto di fiuto per riuscire a evitare i bidoni, le recensioni fasulle, le offerte civetta, e tutto ciò che è smaccatamente “turistico”.
Però nel 2020 ho potuto mettere in carniere un’esperienza nuova, quella di “annullare tutto”, e di questa voglio farvi partecipi, non tanto perché io sia in cerca di comprensione per questo mio minimo disagio, ma per portavi alcuni esempi di come hanno affrontato il problema le società alle quali mi ero rivolto.
Cominciamo col dire che si trattava di un viaggio abbastanza lungo che volevo regalare a Rossana, tre settimane nelle quali saremmo stati a Venezia, Barcelona, Granada, Madrid, Toledo, Vienna e Praga, ed ero riuscito a contenere i costi di spostamento e alloggio in meno di mille euro a testa (954,50€ per essere precisi…), frutto di accorte prenotazioni in rete.
A fine Febbraio ho avuto la certezza che non ci sarebbe stato verso di partire, e perciò ho iniziato il valzer degli annullamenti che ora vi sto per raccontare.
Flixbus, tedeschi sono, e tedeschi si sono dimostrati.
Solo qualche giorno dopo la dichiarazione delle zone a circolazione limitata è arrivato un SMS che mi informava della sospensione del viaggio e arrivava anche via email un voucher equivalente della durata di un anno, non nominativo, quindi spendibile da chiunque.
Bene, fuori uno.
Contattato via internet, il proprietario dell’appartamento di Sitges (vicino a Barcelona) si mostrava dispiaciuto (e anche un po’ spaventato) per ciò che stava avvenendo. Confortato dalla mia rassicurazione che lì ci sarei tornato, perché troppo bella è quella fetta di Catalogna, ci siamo subito accordati per spostare la mia prenotazione in data da destinarsi, allo stesso prezzo anche in alta stagione.
E fuori due.
Contattata Granada per lo stesso motivo, ho avuto la conferma dell’annullamento senza spese dopo un paio di giorni.
Fuori tre.
Madrid invece ha fatto più storie. Prima ha negato decisamente ogni possibilità di annullamento a causa di “Forza Maggiore”, tendendo il punto per quasi una settimana. Però, dopo la mia non larvata minaccia di non annullare la prenotazione (mai gli avrei mai concesso di avere libero l’appartamento che avevo pagato) e di lasciare un feedback estremamente negativo su tutte le piattaforme possibili, come se avessi effettivamente alloggiato malissimo lì, avvertimento comunicato per conoscenza anche a Booking (del quale sono cliente Genius di livello 2), hanno finalmente acconsentito ad annullare la prenotazione senza spese. Lo so, il mio comportamento non è stato commendevole, però quando uno tenta di fare il furbo ignorando le condizioni dettate dalla piattaforma di prenotazione alla quale si appoggia allora non c’è altro sistema.
Va da sé che, mentre a Granada tornerò volentieri a prenotare la struttura che avevo trovato, a Madrid me ne guarderò bene dal farlo, e mi rivolgerò verso lidi più amichevoli.
E fuori anche il quarto.
Casomai non lo sapeste, vi informo che dal 6 aprile la pandemia dovuta a Covid-19 non è più considerata da Booking come “Forza Maggiore” che rende impossibile l’utilizzo della prenotazione, ed è giusto così perché ormai le limitazioni allo spostamento sono un fatto assodato e prevedibile.
A Granada avevo prenotato un tour guidato con Musement per l’Alhambra. Anche lì, su mia proposta, mi hanno quasi subito concesso un voucher equivalente per la mia prossima, e auspicabile, visita.
Grazie Musement, fuori cinque.
Ryanair, nonostante l’organizzazione, ha palesato dei limiti sul fronte commerciale, ossia non si è dimostrata “furba” come dovrebbe essere.
Essendo bloccato in Italia, sarebbe stato per me impossibile prendere un volo da Madrid (in quel momento ancora senza limitazioni), perciò ho tentato di comunicare loro la mia disponibilità ad accettare anche in questo caso un “voucher aperto” dello stesso valore del volo da me prenotato.
Sarebbe stata una condizione win-win, nella quale nessuno perde. Io, in primis, non avrei perso i miei soldi, e comunque loro non avrebbero dovuto restituirmeli, sarebbero stati buoni per un volo successivo, però avrebbero ricavato due posti disponibili alla vendita su quell’aeromobile. In buona sostanza c’avrebbero anche guadagnato.
Zero risposte. Dal loro sito avrei solamente potuto, pagando una penale ridotta, spostare il mio volo, operazione alquanto aleatoria in quanto nulla si sapeva e ancora nulla si sa su quando sarà finalmente possibile tornare a viaggiare liberamente.
Conclusione della vicenda. La settimana seguente la Spagna ha bloccato tutti gli aerei a terra, e Ryanair ha dovuto annullare il volo e restituirmi i soldi.
Scemi.
E con questo son fuori sei.
I viennesi si sono dimostrati molto professionali e disponibili.
La settimana precedente alla mia partenza avevo già cercato di modificare la prenotazione, dato che il volo da Madrid a Vienna aveva subito un primo spostamento di un giorno (i primi segnali del casino che sarebbe successo poi…). Non avendo disponibile l’appartamento per il giorno richiesto, la proprietaria si è data da fare per trovarmi un appartamento simile, nella stessa zona, a un prezzo equivalente, e c’era pure riuscita, peccato che poi non sia servito a niente, dato che dopo una settimana ho dovuto annullare tutto, senza penali ovviamente.
Anche quella struttura, la prossima volta che mi capiterà di visitare Vienna, sarà la prima della quale vorrò verificare la disponibilità
Fuori sette, andiamo avanti.
Praga, come sempre, è un discorso a parte, un altro pianeta, un universo parallelo.
Facciamo la radiocronaca.
Accendo il computer, accedo alle mie prenotazioni Booking, seleziono la struttura (presso la quale avevo già alloggiato una volta), apro il form di annullamento indicando la motivazione, invio la comunicazione, esco da Booking, accedo alla posta elettronica, leggo i messaggi, spam, spam, spam, leggi, cancella, cancella, leggi, spam, cancella, attenzione, c’è un nuovo messaggio, dalla struttura di Praga, apro, leggo, prenotazione cancellata immediatamente senza penali, seguirà comunicazione Booking.
Saranno passati forse due minuti.
Ma, dico, lì ci sta uno sempre sul computer, come un avvoltoio, in attesa di annullare le prenotazioni?
Praga, basta la parola…
Fuori otto.
Il treno, ah il treno, qui si palesano le differenze tra il mondo latino e quello asburgico, tra la Renfe spagnola e l’austriaca ÖBB.
Ancora prima del lockdown avevo tentato di contattare la Renfe via email (l’assistente sul loro sito web è perfettamente inutile), ma senza esito. Solamente dopo il blocco ufficiale dei viaggi in Spagna sono apparsi sul sito web delle istruzioni per l’annullamento dei viaggi prenotati, nulla però che riguardasse i biglietti ordinati dall’estero. I numeri indicati per stornare i biglietti, l’equivalente dei nostri numeri verdi, valevano solo per l’utenza spagnola, e pertanto erano irraggiungibili. Gli altri numeri semplicemente suonavano a vuoto o risultavano perennemente occupati.
Dopo tre giorni di tentativi finalmente riesco a contattare il servizio informazioni, il quale, molto sbrigativamente, mi informa che i biglietti ordinati dall’estero verranno automaticamente rimborsati. All’iberico faccio presente che nulla di ciò è indicato sul loro sito web, e lui, forse stanco, forse scocciato, forse offeso dal fatto che stavo mettendo in dubbio la sua parola, mi ripete categoricamente che è così, punto e basta. Fine della comunicazione.
In effetti, dopo una settimana, mi è arrivato un messaggio email che confermava tutto ciò, ma per sette giorni mi son dovuto fidare di quella sentenza lapidaria.
Fuori nove, e vediamo come si è comportata ÖBB.
Vi confesso che il tutto riguardava una cifra ridicola, 6€ per due biglietti da Vienna a Praga, però ero curioso di vedere come loro avevano trattato la faccenda.
Al telefono sono stato rimandato a un indirizzo web, e da quello ho scaricato un modulo PDF di tre pagine nel quale erano già contemplate tutte le possibilità e cause di annullamento, spostamento e rimborso. Tre pagine!
La compilazione (nome, cognome, indirizzo completo, telefono, email, importo, casistica, data, ora e luogo di partenza, data, ora e luogo di arrivo, numero del treno, motivo della richiesta, istruzioni per il rimborso, banca e numero carta di credito, codice di prenotazione) era possibile su un documento con le relative caselle, sul tipo del nostro 730 per capirci, e le voci che ho dovuto compilare erano solamente una frazione di quelle presenti, le quali comprendevano tutto, dal rimborso per un ritardo al rimborso dei costi di pernottamento, dalla perdita della coincidenza alla perdita della tessera di abbonamento, e altro ancora.
Inviato il modulo PDF via email (ma potevo anche inviarlo per posta o consegnarlo a mano) ho ricevuto il messaggio di conferma, e dopo cinque giorni i 6€ di rimborso, con le scuse per il ritardo a causa del sovraccarico di lavoro generato dalla mole di annullamenti.
Alla faccia del bicarbonato di sodio!
Fuori dieci (e lode).
Ecco, io vi ho raccontato com’è andata, anche se mai avrei pensato che mi sarebbe capitato di dover annullare tutto un viaggio, con tanti soggetti contemporaneamente, e spero che quanto ho riportato vi sia di aiuto, anzi non lo spero, nel senso che auguro a tutti voi di non dover mai annullare una vacanza per cause di “Forza Maggiore”.
Da parte mia non ci tengo a rifare questa esperienza, intendo l’esperienza della pandemia, perché a confronto dei “veri” problemi questi miei si possono considerare bagattelle, quisquilie, pinzillacchere, e spero che tutti, se e quando ne usciremo, ritrovino il senso della misura, che non è quella data dallo schermo dell’ultimo smartphone (cinese, of course, però non il mio), ma quella che ci separa da ciò o chi vale veramente la pena di amare, misura che dev’essere la minima possibile, tendente allo zero, per fare questo viaggio assieme.
Aggiornamento del 5 Giugno 2020
Dopo aver presentato via email la richiesta di rimborso, allegando anche gli estremi e le comunicazioni per quelli già ottenuti da Booking, OBB, Renfe, Ryanair per causa di “Forza Maggiore”, anche UnipolSai ha acconsentito all’annullamento della mia assicurazione sanitaria per il viaggio che avevo dovuto cancellare, e il premio mi è stato rimborsato.
Se a questo aggiungiamo pure che gli assicurati UnipolSai non pagano un mese di assicurazione auto, vista l’impossibilità di spostarsi imposta dalla quarantena, direi che si sono comportati molto bene.
In primis un vero peccato aver dovuto rinunciare a questo progetto , ben studiato e lodevole dal punto di vista anche perchè no del costo ,il fai da te se fatto bene è per mio avviso migliore che andare in agenzia ,quindi complimenti e chissà che finita la pandemia tu e Rossana possiate visitare e godere di tanta bellezze ,io ho viaggiato poco ,ma per fortuna prima della malattia di mio marito abbiamo fatto qualche viaggetto ormai + di 20 anni fa , uno di questi è stato prendere l’areo andare in Spagna x il giro della Costa del Sol, 800 km in corriera tra cui visitato l’Alhambra,dove mi ha lasciato un bel ricordo ,spero che possiate visitarla anche voi .
Detto questo certo che questo covid 19 ci resterà come un marchio tatuato nelle nostre vite e quelle future ,ogni cosa sospesa e quel che di peggio ci poteva capitare in questo mondo già ferito da tanti errori umani ,ma un ricominciare nuovo pulito e corretto sarà mai attuabile ???? Io ci spero anche se con tanta tanta speranza .
Un saluto cordiale
Manola
Bravi, + di 20 anni fa non era così facile viaggiare. Magari non c’erano tutti questi controlli di sicurezza, però viaggiare costava di più, non esistevano così tanti B&B, Flixbus era di là da venire, poi bisognava cambiare la valuta, e se andavi al Nord ti accorgevi quanto poco valeva la Liretta,
Riuscirò a vedere l’Alhambra? Chissà…
🙂 Ahoj