Specchio
La mia terra non ride,
quei denti son sassi
taglienti come la bora.
Mai si concede al bacio,
dure e sottili le labbra
strette al poco che c’è.
Parole dolci non sa,
troppe volte tradita
per illudere ancora.
Lo sguardo distoglie,
e adombra il dolore
delle oscure ferite.
Melodie non canta,
ma geme nascosta
disarmoniche arie.
Abbraccia se deve,
un insolito gesto
che toglie il respiro.
Non aspettarti calore
che non sia fiamma
dal ceppo che arde.
Gelosa dell’acqua,
la nega ai suoi figli
celandone il corso.
Un vezzo concede,
il piccolo mare
di fratte scogliere.
E quel poco di sale,
oro bianco posato
su pietanze frugali.
Amarla è da pazzi,
un agire da attori
o galanti cretini.
Comprarne l’affetto
vuol gemella durezza,
poco ella ricambia.
La sola speranza
per viverle accanto
sta nella resa totale.
Non attendere niente,
aspettarsi di tutto,
come ciechi vedenti.
La mia terra lo sa,
con piccola dote
non si trovano amanti.
La mia terra non fa
sogni o promesse
di tempi migliori.
La mia terra non dà
a pretese e pretesti
risposte coerenti.
La mia terra non va
a chi guarda la forma,
poco offre il suo conio.
Oro spremuto dal verde,
argento cavato dal mare,
neri diamanti da bere.
Babele d’incerti colori
i fiori nati da pietra,
e costumi male assortiti.
Una pace sofferta,
tante vite smarrite
sui battuti sentieri.
Lo specchio mi guarda,
nel volto che vedo
la mia terra conosco.