Oggi vi regalo una sublime poesia di Nadia Mogni (alias Evaporata), l’artista con la quale ho avuto la fortuna e l’onore di condividere tempo fa una bella esperienza letteraria con il romanzo “Una formula per la libertà“. Anche lei fa parte del (ristretto) gruppo di persone conosciute su MySpace, dove si condividevano riflessioni e proposte creative, ovviamente prima che quella piattaforma social si trasformasse in un’evanescente vetrina del nulla.
Se vi va di seguirla andate a dare un’occhiata al suo blog evaporata.com.
Qui il link alla poesia sul suo blog.
Il valzer del calzino spaiato
C’era una volta un calzino spaiato
Perché il compagno l’aveva abbandonato
Per una calza di seta
Incontrata per caso in discoteca
Il povero calzino che si chiamava Poldino
Girava per le strade fino al mattino
In cerca di qualcuno che gli stesse vicino
Ma nessuno lo voleva
A cosa serve un calzino spaiato
La gente diceva
Una sera incontrò una ragazza
Seduta davanti a un tavolino
Sola anche lei come il calzino
In mano aveva un carnet da ballo
Al polso un bracciale di finto corallo
Un abito grazioso le fasciava il vitino
Mentre aspettava un cavaliere
Che facesse l’inchino
Lei voleva ballare
Ma al ballo non poteva andare
Perché aveva le scarpe
Ma un solo calzino
E così non poteva entrare
Il suo calzino era spaiato
Proprio come Poldino
Che le andò vicino
Lei lo raccolse
E se lo mise al piede senza calzino
Eran spaiati
Ma insieme ai piedini
Piccoli morbidi e profumati
S’erano trovati
Vicino al paese c’era la festa degli stravaganti
Con un’orchestra
E molti cantanti
Il più rinomato
Dalla ragazza rimase incantato
Perché il suo viso era radioso
E indossava calzini di colore curioso
Invitò la bella
In un valzer grandioso
Danzarono tutta la notte
Davanti a un pubblico
Felice e ammirato
Di vedere il valzer del calzino spaiato
(Immagine dal blog di Nadia Mogni)
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Conosco Nadia e ho avuto il piacere di leggere altre sue cose. Ha una creatività incredibile, e una poetica commovente. Grazie (p.s. pare che il commento vada …)
Certo che il mondo è piccolo! 😀
Ebbene sì, i commenti vanno (almeno fino al prossimo attacco informatico).
Ahoj