Tre piccioni con una fava

Vorrei affrontare un argomento del quale si sente parlare poco, ovvero la campagna vaccinale in corso.
Tanto che si sappia subito come la penso, mi sono già sottoposto alle due dosi e ora sto aspettando che mi venga iniettata la terza, quindi avrete capito che sono dichiaratamente a favore dei vaccini.
Purtroppo sull’argomento stanno girando da un bel po’ delle notizie farlocche, delle vere e proprie bufale, non so se inventate ad arte per motivi che ignoro oppure se partorite spontaneamente da cervelli che necessiterebbero di un “booster” neuronale.
Ho difficoltà a capire quante e quali possano essere le capriole mentali che si devono compiere per arrivare ad aderire convintamente a certe teorie dietrologiche, per arrivare a convincersi che ogni argomentazione basata sul ragionamento o sulla statistica è di certo fasulla e capziosa, per affidarsi a pratiche fideistiche che rasentano la miracolistica medievale, per esprimersi con toni degni di un terrificante racconto distopico nei riguardi di un trattamento medico che ha salvato e continua a salvare milioni di vite, eppure il numero di questi elementi va ben oltre il limite fisiologico della stupidità umana.
Quali che siano le motivazioni più o meno gratuite di questa selva di irriducibili dissenzienti, essi hanno un tratto in comune, ovvero quello di utilizzare dei canali informativi alternativi in grado di portare continuamente acqua al mulino delle loro speculazioni autoindotte, e sarebbe più che sufficiente uno sguardo a quelle fonti per comprendere quanto sono bacate e come, nemmeno con la migliore disposizione possibile, non si possa dar loro una briciola di credito.
Però, io vi chiedo, come ci si dovrebbe comportare quanto le cosiddette “bufale” ci giungono con la voce dell’ufficialità?
Buttiamo giù un po’ di date.
Il 2 Dicembre 2021 mi recai presso un punto del CUP per ottenere l’agognato appuntamento per la terza dose del vaccino. Pure essendo passato soltanto un giorno dall’apertura delle liste di prenotazione, la prima data disponibile risultò il 12 Gennaio 2022, a più di un mese di distanza.
Ora io non sto qui a lamentarmi, non di questo almeno. Abbiamo i vaccini, le strutture, il personale e tutte le agevolazioni previste dal Servizio Sanitario Regionale, vantaggi che altre nazioni meno fortunate nemmeno si sognano, perciò, se c’è da aspettare, aspetteremo.
Il giorno 27 Dicembre 2021 appare sul quotidiano locale una notizia con questo titolo “Migliaia di posti liberi per il vaccino Moderna. L’appello: «Prenotatevi»”.
Qui sotto il titolo di quell’articolo (cliccando sull’immagine è possibile visualizzare il contenuto).

 

Era stato scritto il giorno prima, ma, si sa, per Santo Stefano i quotidiani non escono.
Come che sia, il desiderio di avvicinare quanto più possibile la terza dose del vaccino mi spinse a fare immediatamente una telefonata al CUP, alle otto del mattino, ma solamente verso le nove riuscii a parlare con un’operatrice, e unicamente perché sono abbastanza testardo da non rinunciare quando non c’è modo di prendere la linea libera o quando quella cade appena dopo aver premuto i tasti richiesti dal risponditore automatico.
La signorina all’altro capo della linea, invero gentile e disponibile, affermò di non sapere nulla di quei posti liberi di Moderna, e dopo una rapida verifica risultò infatti che la prima data disponibile per me sarebbe stata per il 14 Gennaio 2022, ossia due giorni dopo quella già a suo tempo prenotata.
Supponendo di trovarmi di fronte a un tipico caso di disallineamento burocratico delle informazioni, il tipico intoppo procedurale che impedisce la comunicazione rapida tra uffici adiacenti, ovvero quando la destra non sa cosa fa la sinistra, riprovai ancora un paio di volte, ma sempre col medesimo risultato, se non ancora peggiore.
La beffa però doveva ancora arrivare.
Durante il notiziario regionale RAI appare sullo schermo il faccione dell’Assessore alla salute Riccardi, il quale fa annunciare urbi et orbi l’esistenza di ben 20000 (ventimila) prenotazioni libere per il vaccino Moderna entro Dicembre. A suo dire, quella mole di vaccini fruibili immediatamente era dipesa dalle molte rinunce a vaccinarsi con Moderna da parte di chi aveva fatto i primi due cicli con Pfizer.
Qui sotto ho inserito uno spezzone del notiziario.

 

Va da sé che la medesima notizia veniva diffusa dalla RAI anche nel notiziario radiofonico di mezzodì, e qui sotto avete la registrazione.

 

Siccome sono un tipo tignoso, e inoltre non mi va di essere preso in giro, ho testato anche altri canali di prenotazione, ovvero il CUP della farmacia e il sito web dell’azienda sanitaria regionale, ma di quelle fantomatiche ventimila prenotazioni libere non c’era nemmeno l’ombra, e qui sotto potete verificare quali prime date disponibili apparissero sul mio monitor. Forse per trovarle bisognava utilizzare il Nautilus immaginato da Jules Verne, il quale avrebbe potuto poi scrivere “Ventimila prenotazioni sotto i mari”.

 

A quel punto le persone normali avrebbero mandato tutti a quel paese, archiviando la faccenda come la solita bufala de “Il Bugiardello” – così viene soprannominato il quotidiano di Trieste – e la parallela marchetta della sede RAI regionale, la quale ha sempre brillato per osservanza alle dichiarazioni ufficiali.
Purtroppo io normale non sono, e la rabbia di essere stato preso in giro ha dato la stura ad alcune amare riflessioni, le quali poi si sono materializzata nel vetriolo che trasuda dalle mie dita e si posa sulla tastiera del computer.
Per dirla con una frase: hanno preso tre piccioni con una fava.
Il primo consiste nell’apparizione televisiva a tutto schermo del Vicepresidente Assessore regionale alla salute, politiche sociali e disabilità delegato alla Protezione civile Riccardo Riccardi (in quota PDL – Forza Italia), con la relativa annunciazione di un’insperata e quanto mai benvenuta messe di prenotazioni subito disponibili, un messaggio che ben si intonava all’atmosfera delle festività prodighe di regali e gentili pensieri. Se dal punto di vista mediatico era fin tropo smaccata la ricerca di plauso, la successiva scoperta che la dichiarazione di quel personaggio non trovava riscontro nella realtà ha di certo contribuito a confermare il diffuso presupposto che tutti i politici mentono, e che lo fanno a prescindere dalla loro collocazione partitica, quasi se fosse scritto nel loro DNA.
Va da sé che questo agire improvvido e supponente allontana ancor di più i cittadini dalle istituzioni democratiche, e la disaffezione si mostra palese nella sempre minore affluenza durante le ricorrenti tornate elettorali.
Il secondo piccione spetta di diritto a chi ha diffuso la notizia sulla carta stampata e sulla rete radiotelevisiva regionale.
A me, privo di ogni entratura professionale presso le istituzioni, è bastata meno di mezza mattina per accertare l’insussistenza della notizia, e presumo che chi lavora nel campo dell’informazione abbia mezzi e modalità per accertare rapidamente la congruenza tra parole e fatti prima di pubblicare un articolo al riguardo.
Mi pare evidente che in questo caso – ma chissà in quanti altri – non è stata posta alcuna attenzione professionale, anzi potrei dire che le affermazioni di quel politico sono state prese come oro colato, e in tale forma sono state poi girate ai cittadini.
I motivi di tale mancanza professionale potrebbero essere molteplici, anche se personalmente io punterei su una certa sciatteria che da un po’ sta dilagando in molti ambienti lavorativi, e in questo particolare si palesa come tipica approssimazione da poltronaggine.
Volendo essere più maliziosi si potrebbe supporre che la stampa si sia prestata a questo giochino metapolitico per piaggeria o per sudditanza, offrendo una ben allestita vetrina alla giunta regionale che già gode di consenso e approvazione anche oltre il Tagliamento e la Livenza.
Come che sia, il danno potrebbe risultare irreparabile.
Nessuno si è mai peritato di smentire o almeno correggere la notizia di quelle ventimila prenotazioni libere, e tale informazione fasulla è rimasta ben visibile fino a sera sul sito informatico del quotidiano locale. La delusione di chi ha tentato di anticipare la data della terza somministrazione vaccinale, e non di sua iniziativa ma perché spronato della comunicazione istituzionale, può facilmente sfociare in sospetto e incredulità, anche perché quelle ventimila dosi vantate da Riccardi fin troppo ricordano i fantomatici carri armati di Mussolini. Andando avanti così potrebbe succedere che anche le affermazioni appropriate, le statistiche basate su dati attendibili, i ragionamenti ben fondati, le istruzioni coerenti e gli atteggiamenti assennati vadano a finire in un tritacarne multimediale nel quale confluiscono anche le paure irrazionali, le baggianate miracolistiche, l’accidia collettiva, il ribellismo di facciata, l’ostilità sociale, la cretineria pura e semplice, la disinformazione di mestiere, il negazionismo oltre ogni logica, e tutte quelle prese di posizione che si basano sull’emotività e sulla maldicenza.
Da quel punto in poi realtà e fantasia diventeranno indistinguibili, e qualsiasi sciamano potrà godere della medesima credibilità di un luminare della medicina, con quel che ne consegue.
Pur non essendo io un giornalista posso ben immaginare come sia difficile questa professione e quanto sia facile incappare in qualche incidente di percorso. È da un quarto di secolo che bazzico su internet, ed è capitato anche a me, per quanta attenzione ponga alle fonti, di condividere una notizia palesemente falsa, anzi volutamente falsa, una sola, e, anche se l’ho subito rimossa, ancora ne sono imbarazzato. Però io non sono altro che un modesto blogger amatoriale, ininfluente e inoffensivo, mentre il giornalismo vero comporta molto più impegno, è tutta un’altra faccenda in quanto la complessità di tale professione non esenta dal rispetto assoluto della verità, soprattutto quando quella verità va a ricadere sulla vita delle persone, altrimenti non si è giornalisti, si è velinari.
Il terzo piccione è volato sopra le teste degli operatori del Centro Unico di Prenotazione.
Ci tengo a precisare che Trieste non è la città dei pugili suonati e pure clericofascisti, e nemmeno quella dei lavoratori portuali che si credono Masaniello, in quanto ci vive una sostanziale maggioranza di civilissimi, e silenziosissimi, sì-vax, il resto sono solamente brufoli adolescenziali.
Un altro aspetto da considerare è la reminiscenza del retaggio asburgico, una mentalità che a distanza di più di un secolo porta ancora una fetta della popolazione ad accogliere con sollecitudine e fiducia, quella a volte magari malriposta, le norme e le indicazioni istituzionali. Se, per esempio, venisse inoltrata una richiesta generalizzata di produrre un certo documento entro un mese, al primo di quei trenta giorni disponibili trovereste già delle persone in fila per consegnare quel documento.
Così è avvenuto anche stavolta, ovvero non ci si è fatti ripetere due volte l’invito ad anticipare entro Dicembre la vaccinazione, ovviamente senza alcun esito, anzi no, mi correggo, un risultato c’è stato, quello di intasare il sistema di prenotazione.
A quanto mi è riuscito di capire, gli operatori del CUP hanno dovuto sopportare un carico di richieste più che doppio rispetto alle giornate precedenti, e il fatto che io abbia dovuto aspettare un’ora prima di riuscire a parlare con una cortesissima operatrice ne è sufficiente conferma. Il danno in questo caso è doppio, nel senso che sovraccaricando la struttura con richieste che non potevano essere evase è stato creato un disagio a coloro che dovevano prenotare una qualsiasi visita specialistica oppure una vaccinazione nei tempi standard, e inoltre gli operatori si sono dovuti sobbarcare l’imprevisto e ingrato compito di dover deludere l’utenza, un aggravio non trascurabile per una professione poco gratificante. Dato che il 50% del tempo degli operatori al CUP è stato speso per smentire la fantasia di un politico in cerca di facile visibilità, io sarei felice se quel personaggio fosse costretto a pagare di tasca SUA quella parte di ore spese a causa SUA. Purtroppo si sa invece come andrà a finire. Come ho scritto nella mia gianografia n° 23 – LOVE STORY – Ci sono politici che non mantengono le loro promesse, altri che commettono errori madornali, altri ancora che arraffano a man bassa, ma nessuno di loro ammetterà di aver mentito, sbagliato, rubato. Politica significa non dover mai dire mi dispiace.
Ecco, mi sono sfogato, ora mi sento un po’ meglio, ma solo un poco.
Permettetemi ancora una breve nota a margine. Quanto ho scritto avrei voluto esprimerlo, ovviamente in forma più concisa, anche durante la trasmissione “Prima pagina” che va in onda su RAI Radio 3 dalle 7:15 alle 8:45, quella che è il modo migliore per rovinarsi la giornata fin dal primo mattino. Purtroppo l’argomento che intendevo portare non è stato ritenuto abbastanza interessante da essere trasmesso, oppure, ma quest’idea è solamente frutto della malignità che mi contraddistingue, visti i soggetti coinvolti hanno deciso che era più opportuno non infastidire il padrone di casa.

Postilla.
1 – La fava potete pure intenderla alla maniera toscana, che quello è.
2 – Vediamo se vi ricordate quale altro sciagurato voleva prendere tre piccioni con una fava.

825

7 thoughts on “Tre piccioni con una fava

Leave a Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: