Non sto bene.
Ero uscito con la mia bridge per andare a catturare i colori del Carso in autunno, quando ogni foglia diventa un fiore, però il corso della mia vena estetica ha preso una direzione diversa. Sarà stato per il momento problematico che stiamo attraversando, sarà stato a causa della consapevolezza di una scempiaggine imperante, sarà perché intimamente non riesco mai a liberarmi dall’amarezza, ma pur circondato da scotani, querce, vigne e faggeti, l’occhio è stato attirato da soggetti molto meno lirici.
Sempre di immagini suggestive si tratta, in quanto sono il risultato di un’impressione più emotiva che logica, ovvero elaborando queste immagini ho tentato di far emergere le sensazioni che mi provocano la sovrapposizione dell’artificioso sul naturale e la barbarie della civiltà.
Il risultato è quello che è, sicuramente poco gradevole, però non ci posso fare nulla, sono le visioni di uno che non sta bene.
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Saper trasformare un paesaggio urbano in un’opera d’arte non è da tutti, complimenti
Grazie, troppo buona, però ti confesso che di tale malinconica predisposizione avrei fatto volentieri a meno, contamina anche ciò che potrebbe essere bello.
ma l’architettura è necessaria, quindi ben venga chi ne fa bellezza (e a volte è bella di suo)