Al mare

Al mare

Giovane mare d’estivo mattino
zaffìro da bavetta arricciato
delle onde la voce ha destato
quella voglia di tornare bambino.

Eterna frontiera senza guardiani
dove il solido suolo finisce
e acqua il piede nudo lambisce
mentre qualcosa mi dice “rimani”.

Ad un punto il dubbio è dissolto
e m’inoltro nel mosso universo
quel fratello antico e diverso
un mistero dal volubile volto.

Divisa è or la mia vita
sopra del sole il bacio riceve
elusiva di sotto e più lieve
quella parte di me come sparita.

Ogni confine comporta una pena
come l’onda che sul corpo risale
mentre lento declina il fondale
gelida lama che l’estro mi frena.

Un respiro profondo e mi butto
colla foga delle prime bracciate
per l’impazienza quasi avventate
e dall’amplesso io son sopraffatto.

Prende vita uno strano pensare
mentre nulla m’ispira ad uscire
forse è un po’ come il morire
solo quel brivido prima del mare.

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