Poesia
Tu, figlia dell’impossibile
anima spuria d’un pensiero inatteso
quadro senza colori e senza forma
interminabile fragore d’agitato mare
troppo lontano per esser compreso
da questa mia casa senza finestre
dove muto si spande il riverbero
e tutto mi confonde.
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anche tu uomo di mare?
Di mare… che significa?
Certo, lo sono quando considero il mare come una frazione del mio DNA psicologico, quando mi ritrovo agitato come lui, quando m’infrango testardo sugli accidenti della vita, quando vivo accanto a lui e godo della sua benevolenza, quando mi limito a riflettere il cielo e quando aspetto di evaporare verso lo stesso cielo.
Magari non lo sono quando si tratta di usare il mare come una serva infaticabile, come una fattrice sempre feconda, come una pista da ballo, come il salotto di casa, come un poster sulla parete del mondo.
Ho nuotato, ho remato, ho navigato, e ancora non conosco il mare, però forse lui ormai mi riconosce, come fa un vecchio cane che sempre abbaia, per indole, ma anche scodinzola per il piacere di rivedermi passare accanto al suo cancello.
Ahoj
decisamente lo sei, solo un vero uomo di mare ammette di non conoscerlo
🙂